Territorio

Il rudere suggestivo della Chiesa ed i resti del Monastero dedicati a Santa Maria degli Armeni, situati ai piedi del monte che oggi porta il suo nome, risalgono all’insediamento dei primi nuclei armeni giunti in Italia Meridionale, tra l’XI ed il XII sec., a seguito delle lotte iconoclastiche. Nel XIII sec. è passata alle dipendenze dell’Abbazia di Montevergine con tutti i suoi beni, divenendone poi grancia. Non molto lontano affiorano, ben visibili, i “Palmenti”: ampi recipienti scavati nel tufo, utilizzati dalle comunità rurali per pigiare l’uva. Percorrendo la provinciale che conduce ad Acerenza, in località Reddito degli Angeli, è presente un complesso di grotte appartenenti al comprensorio rupestre, di origine “basiliana”, risalente all’XI sec., situato nei pressi della Chiesetta rurale di San Biagio: è la testimonianza con S. Maria degli Armeni, della presenza di insediamenti monastici tra i più antichi del territorio di Basilicata. In una grotta è visibile, ancora integro, un antico forno. La cripta ipogea di “San Biagio”, a due navate, si apre su di una rupe ormai inaccessibile dall’esterno; al suo interno si possono intravedere solo pochi frammenti di affreschi risalenti al XII sec. Lungo la stessa provinciale, si incontra la masseria fortificata S. Zaccaria di impianto settecentesco, dotata di una torretta e di un’altana di avvistamento con feritoie di difesa; un’altra masseria fortificata, Caggiano-Masi, di impianto ottocentesco, presenta una singolare torre ad angolo.

Suggestiva la bellezza del Bosco Grande, meta di turisti, botanici, micologi, ed erboristi; composto di essenze arboree prevalentemente a cerro ( Quercus cerris ), presenta esemplari che raggiungono i 20-25 metri di altezza: maestosa ed imponente la quercia secolare “Centorami”, uno degli alberi monumentali del patrimonio boschivo della Basilicata, raggiungibile in località S. Gilio. Spettacolare la policromia del sottobosco che in primavera offre alla vista distese coloratissime di primule, viole-mammole, anemoni, pervinche ed esemplari di orchidee dai colori più svariati; censita la presenza di piante officinali rare e protette come la valeriana. In autunno si possono raccogliere frutti selvatici (sambuco, prugnolo, ecc) e far bottino di funghi. In ogni stagione sono consigliate escursioni, per scrollarsi di dosso ansie e preoccupazioni, e per lasciar posto a suoni e visioni propiziatori di un b