Chiese

La Chiesa Matrice di San Nicola e Maria SS.

La Chiesa che è il risultato di un ampliamento ottocentesco di una più antica, già adibita al culto nel XIII secolo, è sede dell’unica parrocchia cittadina.

Il nuovo edificio ingloba solo un elemento della primitiva struttura: la cappella ottagonale, probabilmente un battistero, che ora si trova nella parte mediana della navata di sinistra è adornata con vetrate istoriate di recente realizzazione.

Purtroppo, gran parte dei ricchi interni decorati da cornici, marmi, finti marmi e stucchi è andata perduta con i lavori eseguiti dopo il terremoto dell’80. Superstiti le due acquasantiere in pietra, probabilmente antichi fonti battesimali, disposte a ridosso dei primi due pilastri della Chiesa.

L’attuale facciata della Chiesa in stile rinascimentale ottocentesco, ingentilito da cornici e modanature in rilievo, ostenta un possente portale d’accesso con aperture ad oculo. Si racconta che sia stata orientata nella direzione del Santuario della Madonna del Carmine di Avigliano per la profonda devozione dei forenzesi al suo culto.

Alla struttura è annessa l’imponente Torre Campanaria che, visibile da ogni dove, è stata completata nel 1929 riutilizzando elementi lapidei e le campane provenienti dal campanile di Santa Maria dei Longobardi.

La Chiesa conserva al suo interno alcuni capolavori di arte sacra, primo fra tutti il busto di S. Antonio di Padova in argento, poggiato su base in rame dorato che si trova nell’omonima cappella.

L’opera, di impareggiabile eleganza e bellezza, è stata eseguita a Napoli nel 1775 dal maestro argentiere Francesco Manzone e presenta la testa e le mani realizzate in fusione mentre le rimanenti parti in lamina. L’abito è decorato di arabeschi e fiori, incisi con singolare raffinatezza.

Suggestiva è anche la cappella che ospita il busto del Santo dal momento che la copertura a cupola presenta i bassorilievi policromi dei quattro Evangelisti. 

Provenienti dalla distrutta Chiesa di Santa Maria dei Longobardi sono le due sculture che raffigurano Cristo alla Colonna e l’Ecce Homo, opere di Nicola Antonio Brudaglio, di indubbio valore artistico per la profonda espressività, rari esempi dell’arte scultorea del XVIII secolo. Queste statue con il Cristo morto deposto dalla croce e l’Addolorata con ogni probabilità venivano portate in processione durante i riti della Settimana Santa a rievocare i Misteri della Passione di Nostro Signore.

La Chiesa, inoltre, custodisce una statua in legno policromo del XVII secolo, raffigurante S. Biagio, proveniente dall’omonima chiesa e il dipinto di una Madonna col Bambino del XVIII secolo, denominata Madonna dell’Armenia, anche questa proveniente, si desume, dall’antichissima Chiesa di Santa Maria degli Armeni, fuori le mura.

Di pregevole fattura è la tela dell’Immacolata Concezione, di autore ignoto, che si ispira al dipinto di Bartolomé Esteban Murillo.

L’abside che una volta ospitava l’organo a canne andato distrutto, oggi esibisce vetrate istoriate raffiguranti Santa Maria dei Longobardi, San Nicola e San Carlo Borromeo che è il patrono della cittadina, di recente realizzazione.

La settecentesca Chiesa di San Pietro, chiusa al culto, contiene opere pittoriche del XVIII sec. e statue lignee policrome, di autori ignoti risalenti al XVII XVIII e XIX sec., alcune provenienti dalla distrutta Chiesa di S. Maria dei Longobardi. La Chiesa dell’Annunziata del XVI sec. ostenta un bel portale in stile gotico ed un campanile a vela; sull’altare è collocata una tela dell’Annunciazione. A forma di croce greca è la Chiesa di San Vitorisalente al XVII sec.. Allontanandosi dal centro storico, fuori le mura, si giunge al complesso conventuale dedicato a S. Maria della Stella ed al SS. Crocifisso, edificato nel XVII sec., da allora ospita ancora i Frati Minori Francescani. Il Convento, che ha sostituito l’antico Cenobio di S. Caterina, è stato fondato nel 1684 ed oggi è Santuario Diocesano. Il suo interno e la Chiesa annessa, ospitano diverse opere artistiche degne di essere ammirate: vi troviamo, tra l’altro, un quadro raffigurante S. Maria della Stella attribuito a Nicola Federici da Forenza, incastonato in un prezioso altare di legno intagliato e dorato. Nella parete della navata centrale si erge maestoso, in una nicchia di stile barocco, situata sull’altare maggiore tra le statue in legno policromo dell’Addolorata e di S. Francesco, un prezioso Crocifisso in rovere del XVII sec. attribuito a Fra Angelo da Pietrafitta; l’opera è forse la più bella e la più espressiva della produzione lignea dei Crocifissisti francescani di scuola calabro-sicula del Seicento. Nella Sacrestia sono conservati: un inginocchiatoio del Settecento, e dello stesso periodo, una Pala lignea che mostra scene della Passione. Dietro l’altare maggiore trova posto un coro ligneo decorato del XVII sec.; le tele settecentesche del Federici e dell’ artista napoletano Domenico Guarino, invece, con alcune preziose Cinquecentine della Biblioteca del Seminario Serafico, che ha trovato in queste mura dimora nei secoli scorsi, sono custoditi nella Pinacoteca allestita nei locali dell’antico refettorio.